L’ultima ricerca si propone di investigare le potenzialità del segno infantile, segno le cui valenze ho  a lungo studiato nel mio percorso di ricerca ad un livello sia teorico che strumentale ad una corretta pedagogia dell’arte. Se le prime avanguardie figurative hanno ricercato la semplificazione del segno ispirandosi ai primi grafismi infantili e alle culture primitive, gli psicologi cognitivi, studiosi del disegno spontaneo infantile, così come diversi autori in svariati ambiti di ricerca (psicologico, filosofico, pedagogico, estetico) si sono invece chiesti se l’arte infantile possa essere considerata arte, mancando al bambino l’intenzionalità artistica, il progetto che è alla base del fare arte.

È evidente in proposito che, da parte dell’artista che si ispira la mondo del bambino,  la spontaneità, punto distintivo del “fare arte” infantile, non può essere recuperata se non  attraverso una mediazione intellettuale, la quale si pone sul piano di una dimensione astrattiva che tende a contraddirla intimamente.

La spontaneità è recuperata nel processo messo in atto per arrivare alla creazione dell’opera, e nel risultato ottenuto per come intende offrirsi al suo fruitore. Ma a monte della creazione opera la scelta di quel determinato orizzonte espressivo ed una serie di procedimenti ad esso il più possibile congrui: i quali configurano procedure progettuali e tecniche che con il procedere creativo del bambino (e dello stesso “primitivo”) hanno ben poco a che vedere.

L’idea alla base del progetto in corso di realizzazione allora è quella di coinvolgere bambini nel processo di costruzione dell’opera nella fase iniziale, per poi intervenire successivamente per chiarire, rafforzare, far denotare esteticamente il segno, il più possibile rispettandolo, aggiungendo al disegno del bambino l’intenzionalità estetica che ad esso sembrerebbe mancare, in un processo di completamento e di complementarità. Si tratta dunque di un processo tendente a far denotare il segno del bambino facendolo interagire con la sensibilità  interpretativa dell’artista.